Direttrice:
Dott.ssa Renata Calieri - omeopatiassoluta@gmail.com
PRESENTAZIONE:
Il Dipartimento Farmaceutico si occupa di tutte le questioni riguardanti la Farmacologia omeopatica.
Oltre che per le competenze in Farmacoprassia (cioè nelle procedure di preparazione del medicinale omeopatico secondo le disposizioni di Farmacopea) e la conoscenza delle diverse scale e potenze omeopatiche, svolge ruolo di referente per la legislazione omeopatica italiana, relativamente alle definizioni di “medicinale omeopatico”, alle regole di registrazione e di pubblicità, e alle Farmacopee omeopatiche europee.
In ambito scientifico e della ricerca, può fornire informazioni e documentazione (riferimenti bibliografici) sulle cosiddette “prove scientifiche” in Omeopatia e sulla sperimentazione omeopatica (Proving).
Vuole rappresentare il tramite tra Omeopati e Farmacisti, ed essere di supporto a questi ultimi nell’interpretazione della ricetta medica omeopatica, nel consiglio competente, e nella crescita formativa del Farmacista in Omeopatia.
Ha collaborato alla stesura di articoli per la rivista destinata al pubblico IL GRANULO, e ora alla stesura della NEWSLETTER che attualmente rappresenta l’unico strumento informativo, scritto da Omeopati e rivolto alla popolazione che usa Omeopatia o che voglia saperne di più per poter fare una scelta informata.
Il Dipartimento Farmaceutico partecipa anche alla stesura di articoli per la rivista destinata alla classe medica Il Medico Omeopata.
LA LEGISLAZIONE: IL MEDICINALE OMEOPATICO E’ UNA REALTA’ NORMATA
Attualmente può essere ed è di riferimento, quale normativa che regola il medicinale omeopatico, il Decreto Legislativo n. 219 del 24 aprile 2006 (Gazzetta Ufficiale 21 giugno 2006, n. 142 S.O.) attuazione della direttiva 2001/83/CE (e successive direttive di modifica) relativa ad un codice comunitario concernente i medicinali per uso umano, nonché della direttiva 2003/94/CE.
In questo D.L.vo si fa espresso riferimento ai medicinali omeopatici nei seguenti articoli:
- Titolo 3: Immissione in commercio
- Capo 2 – Artt. 16-20
- Capo 3 – Artt. 21-28
- Capo 4 – Artt. 29-40
- Capo 5 – Artt. 41-49
- Titolo 4: Produzione e importazione
- Capo 1 – Art. 57
- Capo 2 – Artt. 58-72
- Titolo 5: Etichettatura e foglio illustrativo – Art. 85
- Titolo 7: Distribuzione all’ingrosso di medicinali – Art. 112
- Titolo 8: Pubblicità – Artt. 128 – Commi 1 e 2
- Titolo 11: Vigilanza e sanzioni – Art. 150
- Allegati più Circolari AIFA – Allegato III: Medicinali particolari – Punto 3: Medicinali omeopatici.
Per la Veterinaria e in particolare per la Zootecnia biologica, nella cura degli animali destinati ad alimentazione umana, sono di riferimento il Regolamento CE 834/2007 e 889/2008 (attuazioni del precedente Regolamento CE 2092/1991) che dispongono l'uso di medicinali veterinari omeopatici, fitoterapici e oligo-elementi nell'agricoltura e nell’allevamento biologici (Reg. 834/07 Art. 14, comma 1, lettera e) punto ii) e 889/08 Art. 24, commi 2 e 4; tempi di sospensione al comma 5).
DEFINIZIONE DI MEDICINALE OMEOPATICO: CHI LA DA’?
Il medicinale omeopatico consta di una definizione legale e di una dottrinale, che non sono conformi.
Per la Legislazione |
È omeopatico tutto ciò che è diluito e dinamizzato |
È omeopatico anche un farmaco allopatico diluito e dinamizzato, anche se non sperimentato omeopaticamente |
È omeopatico anche un prodotto complesso (con più componenti) |
Per la Dottrina omeopatica |
È omeopatico solo ciò che è diluito, dinamizzato, sperimentato omeopaticamente, e prescritto secondo la Legge di Similitudine |
Può essere omeopatico anche un farmaco allopatico diluito e dinamizzato, solo se sperimentato omeopaticamente (ORGANON § 120) |
È omeopatico in senso strettamente hahnemanniano solo un rimedio unitario (monocomponente: ORGANON §§ 169, 273, 274) |
MATERIALI DI PARTENZA PER LA PREPARAZIONE DEL MEDICINALE OMEOPATICO: NON SOLO “ERBE”
Il medicinale omeopatico viene preparato (secondo le disposizioni della Farmacopea Omeopatica Europea o, in assenza di questa, dalle Farmacopee utilizzate dagli Stati membri) da materie prime di origine vegetale (circa 80%), minerale (circa 15%), e animale (circa 5%), che vengono preparate a loro volta rispettivamente in forma di Tinture Madri, Triturazioni e Soluzioni, per i passaggi successivi di diluizione progressiva.
Del Regno vegetale si utilizzano le stesse parti drogali (ricche di principi attivi) che vengono riconosciute anche dalla Fitoterapia: semi, foglie, frutti, radici, fiori, capolini, cortecce, planta tota (pianta intera), parti aeree (solo parti emerse dal terreno, senza radici).
Le Tinture Madri sono estratti in soluzioni idro-alcoliche designate con i simboli “TM” o “Ø”, e se utilizzate come tali, hanno un meccanismo d’azione biochimico come i fitoterapici.
Del Regno minerale si utilizzano elementi singoli come classificati nella Tavola Periodica degli Elementi (Oro, Rame, Alluminio, Ferro, Zolfo, Fosforo, Piombo, Germanio, Iodio…), oppure Acidi (acido nitrico, acido fosforico, acido solforico, acido cloridrico, ecc.) e Sali composti (carbonato di calcio, solfato di potassio, nitrato d’argento, cloruro di sodio, ecc.) reperibili in Natura.
Vengono triturate fino a polverizzazione e, dopo alcuni passaggi di diluizione solida con lattosio, vengono messi in soluzione liquida.
Del Regno animale si utilizzano escreti o secreti dalle ghiandole di animali più grossi (nero di seppia, veleni di serpenti e di ragni, veleno d’ape, ambra grigia rigurgitata dai capodogli, ecc.) o animaletti interi dopo macerazione (mosca cantaride, formica rossa, pidocchietto rosso Coccus cacti, ecc.).
Vengono solubilizzati e conservati in soluzioni idro-alcoliche o essiccati in forme solide (polveri).
LA SPERIMENTAZIONE OMEOPATICA: UN PARAMETRO IRRINUNCIABILE FIN DAGLI ESORDI DELL’OMEOPATIA
Ci sono due tipologie di sperimentazione in Medicina: una per verificare l’efficacia di una sostanza (cioè la sua capacità di provocare degli effetti sull’organismo), e l’altra per valutarne l’effettività (cioè la validità clinica nell’applicazione terapeutica sulla popolazione reale).
I medicinali omeopatici unitari hanno una propria e specifica sperimentazione perché Hahnemann, nel suo rigore scientifico di ricercatore, ha sempre tenuto in grande considerazione le prove dell’evidenza sperimentale. Con 100 anni di anticipo sulla Medicina Ufficiale (1829-1830), ha codificato la sperimentazione dei medicinali omeopatici in cieco e contro placebo, certificando la purezza del medicinale usato, le abitudini dietetiche degli sperimentatori, il paritario bilanciamento tra i due sessi nei bracci sperimentali, ecc.
Per la Medicina Ufficiale |
Misurano l’efficacia del farmaco le sperimentazioni cliniche sui malati con RCT (Randomized Clinical Trials) nelle fasi sperimentali |
Misurano l’effettività del farmaco le applicazioni cliniche sui malati dopo la sua immissione in commercio, e valutate in fase 4 secondo gli studi clinici RCT considerati più gerarchici |
Commento: i risultati ottenuti su un campione ridotto sperimentale non sono uguali a quelli sulla popolazione reale, perché ciascun individuo è diverso dall’altro |
Per la Medicina omeopatica |
Misurano l’efficacia del medicinale le sperimentazioni pure sui volontari sani (provings) |
Misurano l’effettività del medicinale le applicazioni cliniche sui malati, prescritti individualmente secondo similitudine, e valutate tramite studi clinici osservazionali |
Commento: le terapie sono individualizzate e i medicinali utilizzati nella clinica sono gli stessi che si sono dimostrati efficaci nei secoli di utilizzo |
Se l’efficacia di una sostanza si misura dalla sua capacità di produrre effetti, allora i medicinali omeopatici la dimostrano con i Provings. In Omeopatia le sostanze rinvenute in Natura vengono testate su individui volontari sani, per valutare quali sintomi queste scatenino su soggetti ad esse sensibili, e di conseguenza quali sintomi cureranno quelle sostanze su individui malati. Questa in sintesi è la “legge di similitudine” a fondamento dell’Omeopatia.
In pratica, per sapere su quale quadro sintomatico sia efficace quella sostanza, si sperimenta su soggetti sani, “provocando” su di essi dei sintomi che saranno poi quelli da curare se riscontrati nei malati. Se si dice che Belladonna è efficace su febbri violente, con forte rossore, agitazione e calore… (e tantissimi altri sintomi) è perché si è verificato che nella sperimentazione su volontari sani sensibili, Belladonna ha scatenato tutti o parte di quei sintomi sui quali “funziona”. In altre parole non possiamo sapere a cosa serve una sostanza se non è sperimentata su individui sani.
Il Proving omeopatico rappresenta l’aspetto scientifico e inopinabile dell’Omeopatia, ed è parametro imprescindibile per definire il rimedio omeopatico: dà esiti ripetibili e comparabili (sostanze sperimentate da operatori differenti in luoghi differenti del mondo, portano agli stessi risultati, anche a distanza di centinaia di anni), e in un certo senso dà la previsione dell’obiettivo terapeutico di quella sostanza, confermabile poi indiscutibilmente dalla sua applicazione clinica.
Poiché conosciamo l’azione delle singole sostanze sperimentate omeopaticamente, mentre non la conosciamo in associazione ad altre sostanze, l’azione di prodotti complessi (multi-composti) non è valutabile nel suo insieme, se non sperimentata appositamente come tale.
SCHEMA DI PREPARAZIONE DEI MEDICINALI OMEOPATICI: RIGORE E RIPETIBILITA’
Le preparazioni omeopatiche si ottengono attraverso un processo di deconcentrazione progressiva (diluizioni di solito 1:10, 1:100, o 1:50.000) del materiale di partenza, e di dinamizzazione successiva ad ogni passaggio di diluizione. Il prodotto omeopatico così diluito e dinamizzato viene utilizzato per la realizzazione del medicinale nella forma farmaceutica desiderata (prodotto finito).
DILUIZIONI: NON E’ LA MATERIA AD AGIRE
Ciascun passaggio di diluizione progressiva consiste in una deconcentrazione con relativo diluente solido o liquido. Si ottengono in tal modo preparazioni liquide denominate “diluizioni” o preparazioni solide denominate “triturazioni”, ciascuna delle quali viene definita dal nome del materiale di partenza, seguito dal grado e dal tipo di diluizione.
METODI DI DILUIZIONE
Le diluizioni sono prodotte secondo i seguenti metodi:
- Di Hahnemann, o dei flaconi separati;
- Di Korsakov detto anche del “flacone unico”;
- Cinquanta-millesimale.
Il metodo di Hahnemann prevede una serie di deconcentrazioni successive secondo due scale di rapporti alternative, decimale (anche se non è stato Hahnemann a codificare le decimali, bensì C. Hering) e centesimale, e può essere impiegato sia per le sostanze liquide (o solubilizzabili in miscele idroalcoliche) che per quelle solide. Il contenitore viene cambiato ad ogni passaggio. Rapporti di diluizione:
1/10 = diluizione decimale; si lavora una parte di materiale con 9 parti di veicolo.
Abbreviazioni utilizzate: D, DH, X, XH
1/100 = diluizione centesimale; si lavora una parte di materiale con 99 parti di veicolo.
Abbreviazioni utilizzate: C, CH.
Diluizioni liquide hahnemanniane
Il materiale di partenza deve essere liquido o solubile in solventi quali acqua, alcool o loro miscele. L’alcool impiegato ha una gradazione compresa generalmente tra il 60 e il70%.
Diluizioni solide (triturazioni)
La triturazione è il procedimento di deconcentrazione per i prodotti solidi, secondo la scala decimale o centesimale. Il materiale di partenza viene progressivamente diluito generalmente con lattosio in un mortaio o mediante macchine appropriate, secondo una scala di rapporti definita. L’aggiunta progressiva del veicolo deve essere fatta in accordo con i metodi prescritti dalle Farmacopee Omeopatiche. La durata e l’intensità della triturazione devono essere definite, al fine di garantire l’omogeneità del miscuglio e la costanza delle sue caratteristiche.
Il metodo di Korsakov prevede che si effettuino diluizioni successive del materiale di partenza liquido con un veicolo liquido (acqua in tutti i passaggi, e poi alcool nell’ultimo passaggio come conservante), secondo il rapporto di diluizione 1/100, impiegando sempre il medesimo contenitore per tutti i passaggi. Ciascun passaggio di diluizione deve essere seguito da 100 dinamizzazioni.
Abbreviazioni utilizzate: K.
Il metodo delle diluizioni cinquanta-millesimali consente di diluire di un fattore 1:50.000 il materiale di partenza, che è stato previamente portato alla triturazione CH3; la deconcentrazione si ottenere mediante una serie di operazioni consequenziali che vanno ripetute per ciascun passaggio di diluizione, secondo la procedura descritta da Hahnemann nel § 270 della 6^ edizione dell’ORGANON. Attualmente è d’obbligo seguire le disposizioni procedurali della Farmacopea Europea (o degli Stati Membri dell’U.E. che la possiedono).
Abbreviazioni utilizzate: LM, Q.
LE POTENZE CINQUANTA-MILLESIMALI: LM O Q?
Secondo alcune correnti di pensiero, si distinguono oggi le potenze Q da quelle LM a seconda della modalità con cui si è proceduto alla partenza della triturazione:
- Q sarebbero le potenze preparate a partire dalla sostanza “cruda” direttamente nel mortaio, qualsiasi sia il Regno di appartenenza (vegetale, minerale, animale), come descritto nell’ORGANON VI Ediz.
- LM sarebbero le potenze preparate a partire dalla TM (se il Regno di appartenenza è vegetale), come descritto nelle disposizioni “industriali” di Farmacopea.1
1 In entrambi i casi si pone nel mortaio con il lattosio (per la prima delle 3 triturazioni iniziali), nel 1° caso la pianta fresca, il minerale, o l’animale o parte di esso; nel 2° caso la TM (o un elaborato per le fonti animali). [N.d.A.]
Attualmente, come già detto, è praticamente impossibile procedere come disposto da Hahnemann, per 2 ragioni:
- le difficoltà di approvvigionamento della materia prima fresca per l’operatività industriale
- l’impossibilità di procedere diversamente da quanto indicato dalla Farmacopea, anche per garantire uniformità, controllo, igiene, e standardizzazione dei principi attivi della sostanza di partenza.
Pertanto, allo stato attuale, le aziende che vogliano procedere in maniera regolare, ufficiale e rigorosa, partono
- dalla T.M. per i ceppi di origine vegetale
- dalla sostanza “cruda” per i ceppi di origine minerale (metalli, sali, cristalli…)
- dall’elaborato relativo per i ceppi di origine animale (che può essere un estratto liquido, un essiccato…)
così come disposto dalla Farmacopea nei singoli casi (monografie).
SUCCUSSIONI (o DINAMIZZAZIONI): COSI’ CAMBIA L’AZIONE DEL RIMEDIO
Le succussioni o dinamizzazioni consistono in una energica e precisa agitazione della diluizione, per un numero di volte definito dalla Farmacopea (100 successioni per CH, DH ed LM secondo la Farmacopea Francese; e almeno 10 per DH e CH, e 100 per le LM secondo quella Tedesca; la Farmacopea Europea non ne fa menzione). Tale operazione costituisce un passaggio fondamentale nel processo di diluizione: essa deve essere ripetuta costantemente, nelle medesime condizioni, dopo ciascun passaggio di deconcentrazione.
Per le triturazioni solide l’azione del pestello nel mortaio produce lo sfregamento della polvere contro le pareti e costituisce il procedimento analogo alla dinamizzazione effettuata per le diluizioni liquide.
In etichetta, il valore numerico indica il grado di diluizione, cioè il numero delle operazioni effettuate nel processo di deconcentrazione; mentre il codice alfabetico indica la scala di diluizione, cioè il metodo di deconcentrazione omeopatico adottato nel processo produttivo. Il codice alfanumerico nel suo insieme indica quella che se definisce potenza (o dinamizzazione) omeopatica di quel rimedio.
LE FARMACOPEE OMEOPATICHE EUROPEE: C’E’ DIFFERENZA, MA SOLO NELLE BASSE POTENZE
La Farmacopea Omeopatica Tedesca prescrive differenti metodi di preparazione delle TM in relazione alle caratteristiche della materia prima utilizzata: se la pianta d’origine è molto ricca di acqua, aggiunge poco alcol per l’estrazione dei principi attivi; se se la pianta d’origine è via via meno ricca di acqua, aggiunge alcol in quantità maggiore in proporzione, per l’estrazione dei principi attivi.
Per la preparazione della 1CH, che prevede un rapporto di diluizione 1+99, aggiunge diluente tenendo conto dell’alcol già aggiunto per l’estrazione dei principi attivi; pertanto:
- se la TM di partenza è titolata ½ (cioè metà sono principi attivi e metà è l’alcol che si è aggiunto per la loro estrazione), la 1CH viene preparata con 2 parti di TM e 98 parti di solvente (perché la 99^ parte di solvente è già dentro la TM);
- se la TM di partenza è titolata 1/3 (cioè un terzo sono principi attivi e due terzi sono l’alcol che si è aggiunto per la loro estrazione), la 1CH viene preparata con 3 parti di TM e 97 parti di solvente (perché la 98^ e 99^ sono già dentro la TM);
- se la TM di partenza è titolata 1/10 (cioè un decimo sono principi attivi e nove decimi sono l’alcol che si è aggiunto per la loro estrazione), la 1CH viene preparata con 10 parti di TM e 90 parti di solvente (perché le altre 9 parti di solvente sono già dentro la TM).
La Farmacopea Francese prescrive un metodo generale per la preparazione della TM a partire dalla pianta preferibilmente fresca e rimanda alle singole monografie per ulteriori dettagli sul metodo (es. Tenore alcolico, concentrazione TM, etc.).
Per la preparazione della 1CH, che prevede un rapporto di diluizione 1+99, aggiunge diluente senza tener conto dell’alcol già aggiunto per l’estrazione dei principi attivi, pertanto procede sempre con 1 parte di TM (e non di vero principio attivo) e 99 parti di solvente.
Secondo le procedure di Farmacopea Omeopatica Tedesca, si ottengono i seguenti vantaggi:
- Rispetto dei contenuti di acqua e del rapporto con i soluti della pianta originaria anche nella T.M. finale;
- Procedure secondo i dettami hahnemanniani che suddividono in § le piante da trattare con alcool in rapporto 1/2, 1/3, 1/10… (descritti da Hahnemann nelle edizioni della R.A.M.L. Reinen ArzeiMittelLehre, Materia Medica Pura);
- Uniformità delle preparazioni finali;
- In parecchi casi (non in tutti) concentrazioni da 1 a 4 volte superiori alle T.M. di Farmacopea Omeopatica Francese.
Tutto questo discorso ha valore principalmente per le basse potenze, dove la presenza di “sostanza” è ancora rilevabile. Ma nelle potenze alte, dove quello che conta è l’informazione globale del materiale di partenza, l’impronta e il messaggio prescindono dalla quantità dei principi attivi incorporati: Arnica lascerà l’impronta di Arnica a prescindere dalla quantità dei principi attivi raccolti inizialmente nella T.M.
FORME FARMACEUTICHE: IL PRODOTTO FINITO
Le Tinture Madri, le diluizioni e le triturazioni, singolarmente o in miscela, possono essere utilizzate sia come tali che incorporate in proporzioni definite in un eccipiente. Le forme farmaceutiche unitarie più classiche in Omeopatia (cioè quelle riportate negli scritti di Hahnemann) sono le seguenti:
Gocce
Le soluzioni bevibili destinate ad essere somministrate come gocce sono costituite da una diluizione liquida alla potenza desiderata. Generalmente si utilizza come veicolo alcool al 30% (v/v).
Granuli e Globuli
Sono preparati per impregnazione di granuli e globuli inerti. I granuli o i globuli inerti sono delle sfere di diverso diametro e peso, ottenute a partire da saccarosio o lattosio, oppure da una miscela di entrambe secondo le specifiche delle Farmacopee Omeopatiche. Sono destinati ad essere impregnati con una diluizione omeopatica. L’impregnazione è una tecnica che consiste nel far adsorbire sui supporti inerti (granuli e globuli, ma anche lattosio in polvere) una data diluizione omeopatica. I globuli o granuli vengono impregnati nella proporzione di 1% v/p, (100 parti in peso di globuli o granuli impregnati omogeneamente con una parte in volume di diluizione).
Per ottenere un’impregnazione omogenea granuli e globuli devono essere mescolati adeguatamente e successivamente essiccati ad una temperatura inferiore a 40° C.
Il grado di diluizione dei globuli o granuli viene indicato con quello della diluizione usata per l’impregnazione.
Altre forme farmaceutiche di natura più commerciale prevedono che sia gocce che granuli/globuli contengano una o più Tinture Madri, una o più diluizioni omeopatiche liquide o una miscela di Tinture Madri e diluizioni omeopatiche liquide, dando origine ai cosiddetti prodotti complessi, di solito a formula propria depositata e a marchio registrato per ciascuna azienda che li metta in commercio.
Altre forme farmaceutiche di questo tipo più commerciale sono:
- Compresse
- Suppositori e Ovuli
- Colliri
- Ampolle bevibili (fiale orali)
- Fiale liquide iniettabili
- Spray orali
- Tinture per uso esterno
- Spray per uso esterno
- Pomate, unguenti, creme, gel.
MODI E TEMPI DI SOMMINISTRAZIONE: QUALCHE ACCORGIMENTO
Il medicinale omeopatico dà un messaggio sottile, puntuale e determinante, che non va confuso con cibo o sostanze aromatiche ed energiche durante l’assunzione: l’organismo deve potersi dedicare all’ascolto e alla ricezione/elaborazione di questo segnale curativo, senza interferenze. Esistono anche sostanze o alimenti che fungono da antidoti per alcuni rimedi.
Alcuni accorgimenti non particolarmente impegnativi sono una buona norma durante una terapia omeopatica: assumere il rimedio omeopatico mezz’ora prima di un pasto o 1-2 ore dopo, è una buona abitudine, e sufficiente ad avere un effetto pulito.
Posologia, frequenza e modalità di somministrazione sono individuali e verranno indicate personalmente dall’Omeopata in sede di visita e di prescrizione.
La via sublinguale (lasciare sciogliere sotto la lingua granuli/globuli o gocce, o compresse o soluzioni/sciroppi…) è quella preferita per l’immediatezza dell’assorbimento, senza dover passare per il tratto digerente, e per la minore interferenza con le altre sostanze. Sotto la lingua sono presenti molti vasi sanguigni per i quali il medicinale passa direttamente in circolo. È sufficiente trattenerlo per un minuto e poi deglutirlo.
Le soluzioni liquide (gocce) sono più biodisponibili, cioè il loro assorbimento è più immediato delle forme solide perché non c’è alcun eccipiente da dover sciogliere. Inoltre è possibile dinamizzarle (cioè scuoterle energicamente) ogni volta prima di ciascuna assunzione: questo espediente serve a diversificare il medicinale, a renderlo ogni volta rinnovato e più energico, e a ridurre i rischi di sensibilizzazione. Hahnemann raccomanda comunque la solubilizzazione in acqua per raggiungere meglio “tutti i nervi”. A conferma di ciò, gli studi fisico-chimici più moderni ci indicano il veicolo acquoso come il vero portatore del messaggio elettromagnetico contenuto nella soluzione omeopatica1.
Per i bambini molto piccoli o lattanti, è possibile ridurre granuli e globuli in polvere (ad es. schiacciandoli tra 2 cucchiai o in fondo a un piatto, e raccoglierla con il succhietto bagnato o farla cadere direttamente in bocca al piccolo. La solubilizzazione in poca acqua è un altro comodo sistema. Per i bambini appena più grandi che non resistono alla tentazione di masticarli, la polvere che si forma e si disperde in bocca viene comunque assorbita dai vasi sublinguali.
Medicinali in gocce, anche se contenenti alcol, vengono assunti in quantità così piccole da non comportare pericolo alcuno già a partire dai 2 anni (quando il bambino ha sviluppato gli stessi enzimi dell’adulto per la metabolizzazione dell’alcol).
Si ricorda che la FIAMO, in collaborazione con Acqua PLOSE partner ufficiale, ha realizzato un volantino distribuibile al pubblico con già descritte tutte le modalità per l’assunzione del rimedio omeopatico.
Detto dépliant è ottenibile nelle quantità desiderate scrivendo una mail a info@acquaplose.it
LA FORMAZIONE DEL FARMACISTA: IN MANO ALLE AZIENDE COMMERCIALI?
Non è possibile che l’Omeopatia e le altre Medicine non Convenzionali vengano insegnate ai Farmacisti solo dalle aziende commerciali, che quei prodotti li vendono.
Va bene essere al corrente dei prodotti e di tutto quanto viene messo in commercio, perché come Farmacisti dobbiamo essere aggiornati e informati di ciò che consigliamo e vendiamo. Ma non dobbiamo permettere che la nostra formazione sia relegata alla mera pubblicità delle referenze sul mercato o che ci sia un conflitto d’interessi sulle informazioni trasmesse come “formative”.
L’Omeopatia e le MnC hanno tutto un background dottrinale e teorico che è imprescindibile e va studiato, conosciuto e appreso, se si vuole gestire con competenza qualcuna di queste discipline.
La LIGA MEDICORUM HOMEOPATHICA INTERNATIONALIS (www.lmhi.net ) e l’E.C.H (European Committee for Homeopathy http://www.homeopathyeurope.org/ ), che regolano a livello internazionale anche la parte della formazione della classe medica in Omeopatia, si occupano anche delle competenze di noi Farmacisti, e il programma previsto per una formazione condivisa e idonea non concede sconti:
m. Homeopathy and Pharmacy
Many countries already have an official homeopathic pharmacopoeia. Pharmacy students should be informed about the general basis of homeopathy. A certificate course for pharmacists in homeopathy exists in many countries.
Molti Paesi hanno una Farmacopea omeopatica ufficiale. Gli studenti di Farmacia dovrebbero essere informati sulle basi generali dell’Omeopatia. Un Corso certificato per Farmacisti in Omeopatia, esiste in molti Paesi.
Pharmacy:
Students will acquire knowledge of methods of homeopathic pharmacy.
Students will know the various methods of preparation of medicines, the different potency scales and their application, the variety of dosage forms and their application.
Farmacia:
Gli studenti acquisiranno conoscenze dei metodi di farmacia omeopatica.
Gli studenti conosceranno i vari metodi di preparazione delle medicine, le differenti scale di potenza e la loro applicazione, la varietà di forme di dosaggio e la loro applicazione.
GUIDELINES FOR HOMEOPATHIC PHARMACISTS
The homeopathic pharmacist should be capable of the following:
- to understand the process of health-illness within the homeopathic perspective and the principles of homeopathy;
- Comprendere i processi di salute-malattia nella prospettiva omeopatica e i principi dell’Omeopatia;
- to have the scientific knowledge, technical capacity, and capabilities to produce homeopathic remedies, with the standards of good manufacturing practice;
- Avere le conoscenze scientifiche, le capacità tecniche, e le competenze di produrre rimedi omeopatici, con gli standards di Pratica di Buona Manifattura (GMP);
- to contribute to the policies of promotion, prevention and recuperation of health;
- Contribuire alle politiche di promozione, prevenzione e recupero della salute;
- to contribute to the advancement of homeopathic science and technology;
- Contribuire all’avanzamento della scienza e della tecnologia omeopatica;
- to participate with working scientific teams;
- Partecipare con gruppi di lavoro scientifico;
- to follow ethical and responsible principles for the benefit of the individual and the public health;
- Seguire i principi etici e responsabili per beneficiare della salute pubblica e individuale;
- to look continuously to increase his knowledge.
- Cercare continuamente di incrementare la propria conoscenza.
The curriculum for a Certificate in Homeopathic Pharmacy should have a minimum of 250 hours and should include the following theoretical and practical subjects:
Questo curriculum per un Attestato in Farmacia Omeopatica dovrebbe avere un minimo di 250 ore e dovrebbe includere i seguenti insegnamenti teorici e pratici:
- Principles of Homeopathy
- History and Philosophy in Relationship to Homeopathy
- Legislation and Ethics
- Homeopathic Semiology
- Homeopathic Pharmaceutical Basic Consultation
- Homeopathic Materia Medica
- Homeopathic Pharmacy
- Quality control
- Homeopathic Pharmacotechnics
- Homeopathic Practice in Laboratory
- Bibliography
[da LMHI – ECH Homeopathic medical education standards: pagg. 14, 27, 35 http://www.lmhi.org/programs-and-projects/education/article/accreditation-of-homeopathic-teaching-centres – Traduzione non autorizzata]
Purtroppo la nostra categoria, oltre ad essere spesso poco interessata alle tematiche non convenzionali, raramente dedica tempo e impegno alla propria formazione in questo settore: tutto viene ridotto alla dispensazione di un medicinale omeopatico, con le sole “istruzioni” fornite dalla casa produttrice.
In Italia, le Scuole del Dipartimento FIAMO sono completamente indipendenti e non legate alle ditte produttive, la formazione del Farmacista segue un programma comune e in linea con le disposizioni europee, e il professionista che ne esce può offrire alla propria utenza una competenza oggettiva.