SEMINARIO CLINICO: IL MONDO DELLE LILIALES
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Dalla rivista IL MEDICO OMEOPATA – La vita dei grandi Omeopati della storia e noi
In un periodo di grandi ostilità verso la Medicina omeopatica, è di grande conforto la lettura delle biografie dei grandi Omeopati che hanno fatto la storia. Sono uomini d’altri tempi, certo, ma il loro spirito di osservazione, l’umiltà di cambiare opinione di fronte alle evidenze cliniche e di superare i pregiudizi, fanno di loro uomini onesti, coerenti, limpidi, che sarebbero di moda anche ai tempi nostri. A cominciare da Constantine Hering, medico sassone che, dapprima incaricato di scrivere un articolo a discredito dell’Omeopatia, si mette a studiare l’opera di Hahnemann “Organon – dell’Arte di guarire” e ripercorre personalmente la sperimentazione della corteccia di China. Questa esperienza vissuta in prima persona e la “miracolosa” guarigione di un suo braccio infettato, a rischio di amputazione, lo fanno senz’altro ricredere.
Diventa quindi l’Omeopata (o meglio: il Medico curante, colui che ha scelto di guarire i malati con ogni mezzo a sua disposizione, secondo scienza e coscienza) di politici di spicco, artisti e scienziati, a Philadelphia (USA), non senza appassionarsi alla sperimentazione pura delle sostanze medicamentose, portando a termine 72 “provings“. Uno scienziato a tutto tondo, con circa 270 articoli pubblicati in 15 riviste e svariati libri che ancora oggi leggiamo.
Sovrapponendosi agli ultimi 30 anni della vita di Hering, anche l’americano James Tyler Kent si forma professionalmente in un momento storico di grande successo per l’Omeopatia, che viene insegnata in Università prestigiose insieme alle materie tradizionali.
Ma è la seconda moglie di lui, malata, che gli fa richiesta di essere curata da un Omeopata, cui Kent acconsente, pur con qualche iniziale perplessità. Anche in questo caso, di fronte all’evidenza dei risultati clinici, scatta la curiosità di un medico studioso e appassionato, che si dedica allo studio di questa nuova metodica clinica. Anch’egli si dedica alla stesura di testi, ricopre cattedre e ruoli importanti, e gli vengono attribuite tra le 18.000 e le 16.000 visite negli anni 1896-97.
Etica, onestà intellettuale, rigore e menti aperte: ecco che cosa occorre per essere scienziati obiettivi e curiosi. Questi grandi Omeopati della storia ce lo insegnano e noi, Omeopati dei tempi odierni, seguiamo ancora le loro orme, cercando di applicare loro teorie ed esperienze pratiche, per il benessere del Paziente e la guarigione “vera” che Hahnemann ci ha fatto conoscere per primo.
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Testo: dott.ssa Renata Calieri, Farmacista Formatore, direttrice del Dipartimento Farmaceutica Omeopatica FIAMO
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Dalla rivista IL MEDICO OMEOPATA – Rocco Rubini e il colera
Le polemiche intorno all’Omeopatia si fanno sempre più accese in Italia e nel mondo: l’Omeopatia è accusata di non rispondere agli standard richiesti dalla medicina moderna. La difficoltà maggiore per gli omeopati è accettare che una terapia tanto personalizzata possa essere valutata con gli stessi strumenti che si usano per testare i medicinali convenzionali, che sono prescritti in modo standardizzato, sul nome della malattia e non sulle caratteristiche che essa assume nel malato.
Ma c’è un ambito in cui anche l’omeopatia può essere usata con criterio più simile a quello della medicina convenzionale ed è il campo delle malattie epidemiche. Nelle malattie che si diffondono in modo epidemico si riesce nella maggior parte dei casi a mettere in evidenza una sintomatologia comune a tutti i Pazienti che ne sono affetti, perché l’impatto, la forza dell’infezione in un qualche modo si impone sulle loro capacità di reazione; in questi casi, allora, la maggior parte degli stessi potrà essere curata con lo stesso medicinale omeopatico, che diventa per quella situazione “il rimedio epidemico”.
La storia della Medicina è ricca di questi esempi e l’articolo che segnalo ne riporta uno classico, quello dell’epidemia di colera a Napoli del 1854. I Pazienti curati da Rocco Rubini ebbero una percentuale di sopravvivenza decisamente superiore a coloro che venivano trattati in modo convenzionale.
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Testo: dott.ssa Antonella Ronchi, Medico Chirurgo, Omeopata, Presidente FIAMO
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Comunicato stampa FIAMO sulle dichiarazioni di Beppe Grillo
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SCUOLA EFFATA’ – OPEN DAY 29 SETTEMBRE – LUCCA
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Corso di formazione in Agro-Omeopatia
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Corso di formazione in Agro-Omeopatia
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ESTATE 2018
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Trattamento omeopatico dei disturbi comportamentali e psichici nella età evolutiva e nella adolescenza.
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Omeopatia in Pediatria
A “dimostrare” l’efficacia dei rimedi omeopatici sono per primi i bambini, quando essa viene utilizzata nelle varie fasi di età, a volte sin dai primi giorni di vita. Le motivazioni delle ottime risposte ai rimedi possono essere diverse: in particolare. si potrebbe trattare di un terreno meno inquinato da farmaci e tossine di ogni genere rispetto all’adulto, oppure un sistema immunitario in generale più reattivo.
L’Omeopatia sembra in grado di apportare importanti risultati, sia in senso terapeutico che per la sua azione di stimolo nei confronti dei meccanismi di difesa dell’organismo. La mancanza quasi totale di effetti collaterali ha reso possibile la facile diffusione anche nella popolazione pediatrica.
Da recenti studi di settore è stato evidenziato che un Pediatra su quattro prescrive medicine complementari e circa 75% dei Pediatri utilizza l’Omeopatia, oltre alla Fitoterapia, in esclusiva o in affiancamento ai farmaci convenzionali.
Da un’indagine eseguita nel 2016 dalla Federazione Italiana dei Medici Pediatri (FIMP) sono emersi i seguenti dati: la prescrizione di medicine omeopatiche avviene su richiesta dei genitori nel 61,5% dei casi, su consiglio di un farmacista nel 22,6% delle occasioni, su prescrizione di un altro Medico il 15,3% delle volte e, infine, dopo averne sentito parlare su libri o riviste o da amici e parenti il 17,4% delle volte.
Un altro elemento di fondamentale importanza che l’indagine ha reso evidente riguarda le patologie per le quali vengono più frequentemente prescritti medicinali omeopatici. A questo proposito, è emerso che:
- nel 50% dei casi circa vengono utilizzati per
- patologie ORL: faringite, tonsillite, otite media acuta, sinusite
- patologie allergiche: asma, congiuntivite, rinite
- patologie gastrointestinali: gastroenterite, stipsi
- patologie dermatologiche: dermatite, acne
- nel 39,1% per disturbi alimentari;
- nel 38,4% per patologie nervose (disturbi caratteriali e psichici del bambino, tra cui anche i disturbi del sonno e l’ansia del bambino)
- nel 31,4% per malattie polmonari e metaboliche
L’utilizzo dell’Omeopatia in ambito pediatrico richiede sempre una minuziosa valutazione da parte del Medico esperto, che saprà indicare le situazioni cliniche che possono beneficiare del giusto rimedio omeopatico e quelle che invece sono di esclusiva pertinenza della medicina ufficiale (o allopatica).
Nei casi come le malformazioni, le affezioni chirurgiche, le patologie traumatiche acute, le malattie organiche importanti o altri è evidente che una terapia omeopatica non può avere autonomamente un effetto curativo, ma può essere utilizzata come supporto.
L’Omeopatia ha un altro importante ruolo in ambito pediatrico: viene spesso utilizzata per quelle malattie definite genericamente come “costituzionali”, derivate cioè da una particolare facilità del bambino a contrarre malattie infettive ricorrenti o intercorrenti delle alte vie respiratorie (otiti, faringiti, tonsilliti) o delle basse vie respiratorie (bronchiti, broncopolmoniti). Questi sono i casi in cui, spesso, la Medicina allopatica rivela le sue armi spuntate perché agisce su un sistema immunitario debilitato dall’utilizzo eccessivo di farmaci.
La terapia omeopatica talvolta utilizzata è quella “unicista“, che tiene conto delle caratteristiche fisiche e psichiche del paziente, delle abitudini alimentari, della qualità del sonno, della vita relazionale, delle sensazioni e delle emozioni del bambino, che insieme ai sintomi evidenti e sommati al racconto dei genitori risultano fondamentali nella ricerca della terapia individuale.
Infine, le cure omeopatiche in ambito pediatrico, oltre – come sopra esposto – ad essere considerate come terapie complementari in alcune malattie che necessitano di farmaci allopatici, sembrano possedere il notevole vantaggio di limitare il fenomeno dell’antibiotico resistenza, fenomeno sempre più diffuso nell’età pediatrica e non solo e allarme attuale da parte della stessa Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
Testo: dott. Franco Parlavecchio, Medico Chirurgo, Omeopata, specialista in Pediatria
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