Le polemiche intorno all’Omeopatia si fanno sempre più accese in Italia e nel mondo: l’Omeopatia è accusata di non rispondere agli standard richiesti dalla medicina moderna. La difficoltà maggiore per gli omeopati è accettare che una terapia tanto personalizzata possa essere valutata con gli stessi strumenti che si usano per testare i medicinali convenzionali, che sono prescritti in modo standardizzato, sul nome della malattia e non sulle caratteristiche che essa assume nel malato.

Ma c’è un ambito in cui anche l’omeopatia può essere usata con criterio più simile a quello della medicina convenzionale ed è il campo delle malattie epidemiche. Nelle malattie che si diffondono in modo epidemico si riesce nella maggior parte dei casi a mettere in evidenza una sintomatologia comune a tutti i Pazienti che ne sono affetti, perché l’impatto, la forza dell’infezione in un qualche modo si impone sulle loro capacità di reazione; in questi casi, allora, la maggior parte degli stessi potrà essere curata con lo stesso medicinale omeopatico, che diventa per quella situazione “il rimedio epidemico.

La storia della Medicina è ricca di questi esempi e l’articolo che segnalo ne riporta uno classico, quello dell’epidemia di colera a Napoli del 1854. I Pazienti curati da Rocco Rubini ebbero una percentuale di sopravvivenza decisamente superiore a coloro che venivano trattati in modo convenzionale.

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Testo: dott.ssa Antonella Ronchi, Medico Chirurgo, Omeopata, Presidente FIAMO

Corso di formazione in Agro-Omeopatia

lunedì, 23 luglio 2018 by

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ESTATE 2018

lunedì, 02 luglio 2018 by

 

 

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Omeopatia in Pediatria

lunedì, 25 giugno 2018 by

A “dimostrare” l’efficacia dei rimedi omeopatici sono per primi i bambini, quando essa viene utilizzata nelle varie fasi di età, a volte sin dai primi giorni di vita. Le motivazioni delle ottime risposte ai rimedi possono essere diverse: in particolare. si potrebbe trattare di un terreno meno inquinato da farmaci e tossine di ogni genere rispetto all’adulto, oppure un sistema immunitario in generale più reattivo.

L’Omeopatia sembra in grado di apportare importanti risultati, sia in senso terapeutico che per la sua azione di stimolo nei confronti dei meccanismi di difesa dell’organismo. La mancanza quasi totale di effetti collaterali ha reso possibile la facile diffusione anche nella popolazione pediatrica.

Da recenti studi di settore è stato evidenziato che un Pediatra su quattro prescrive medicine complementari e circa 75% dei Pediatri utilizza l’Omeopatia, oltre alla Fitoterapia, in esclusiva o in affiancamento ai farmaci convenzionali.
Da un’indagine eseguita nel 2016 dalla Federazione Italiana dei Medici Pediatri (FIMP) sono emersi i seguenti dati: la prescrizione di medicine omeopatiche avviene su richiesta dei genitori nel 61,5% dei casi, su consiglio di un farmacista nel 22,6% delle occasioni, su prescrizione di un altro Medico il 15,3% delle volte e, infine, dopo averne sentito parlare su libri o riviste o da amici e parenti il 17,4% delle volte.
Un altro elemento di fondamentale importanza che l’indagine ha reso evidente riguarda le patologie per le quali vengono più frequentemente prescritti medicinali omeopatici. A questo proposito, è emerso che:

  • nel 50% dei casi circa vengono utilizzati per
    • patologie ORL: faringite, tonsillite, otite media acuta, sinusite
    • patologie allergiche: asma, congiuntivite, rinite
    • patologie gastrointestinali: gastroenterite, stipsi
    • patologie dermatologiche: dermatite, acne
  • nel 39,1% per disturbi alimentari;
  • nel 38,4% per patologie nervose (disturbi caratteriali e psichici del bambino, tra cui anche i disturbi del sonno e l’ansia del bambino)
  • nel 31,4% per malattie polmonari e metaboliche

L’utilizzo dell’Omeopatia in ambito pediatrico richiede sempre una minuziosa valutazione da parte del Medico esperto, che saprà indicare le situazioni cliniche che possono beneficiare del giusto rimedio omeopatico e quelle che invece sono di esclusiva pertinenza della medicina ufficiale (o allopatica).
Nei casi come le malformazioni, le affezioni chirurgiche, le patologie traumatiche acute, le malattie organiche importanti o altri è evidente che una terapia omeopatica non può avere autonomamente un effetto curativo, ma può essere utilizzata come supporto.

L’Omeopatia ha un altro importante ruolo in ambito pediatrico: viene spesso utilizzata per quelle malattie definite genericamente come “costituzionali”, derivate cioè da una particolare facilità del bambino a contrarre malattie infettive ricorrenti o intercorrenti delle alte vie respiratorie (otiti, faringiti, tonsilliti) o delle basse vie respiratorie (bronchiti, broncopolmoniti). Questi sono i casi in cui, spesso, la Medicina allopatica rivela le sue armi spuntate perché agisce su un sistema immunitario debilitato dall’utilizzo eccessivo di farmaci.

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La terapia omeopatica talvolta utilizzata è quella unicista, che tiene conto delle caratteristiche fisiche e psichiche del paziente, delle abitudini alimentari, della qualità del sonno, della vita relazionale, delle sensazioni e delle emozioni del bambino, che insieme ai sintomi evidenti e sommati al racconto dei genitori risultano fondamentali nella ricerca della terapia individuale.

Infine, le cure omeopatiche in ambito pediatrico, oltre – come sopra esposto – ad essere considerate come terapie complementari in alcune malattie che necessitano di farmaci allopatici, sembrano possedere il notevole vantaggio di limitare il fenomeno dell’antibiotico resistenza, fenomeno sempre più diffuso nell’età pediatrica e non solo e allarme attuale da parte della stessa Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

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Testo: dott. Franco Parlavecchio, Medico Chirurgo, Omeopata, specialista in Pediatria

La FIAMO offre a tutti i Pazienti un importante strumento di consultazione per reperire in Italia, regione per regione, un Medico Omeopata adeguatamente formato e di sicura professionalità.
Invitiamo quindi tutti coloro che desiderano avvicinarsi a questa Medicina non convenzionale, anche solo per chiedere informazioni generali, di rivolgersi esclusivamente a chi possiede titoli ufficiali e riconosciuti e di diffidare da chiunque altro si definisca “Omeopata” senza poterlo fare – pena il rischio di affidarsi a chi potrebbe giocare con la salute delle persone.

Non tutti gli Omeopati italiani sono presenti all’interno di questo registro, ma solamente i soci FIAMO; esistono anche altre associazioni omeopatiche in Italia. Invitiamo però i Pazienti a chiedere il titolo formativo di chi esercita l’Omeopatia, che prima di tutto deve essere un Medico (chirurgo o odontoiatra) e poi deve essersi perfezionato/a con un percorso regolamentato da una specifica normativa.

 

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L’Omeopatia rappresenta una pratica medica non convenzionale, la quale, assieme ad Agopuntura e Fitoterapia, trova i propri riferimenti normativi riguardanti le competenze richieste per poterla praticare nell’Accordo Stato-Regioni del 07 febbraio 2013, oltre che in una norma europea stilata al fine di definire gli standard minimi di qualità della terapia omeopatica come atto medico.

In Italia, solo il Medico Chirurgo o Medico Odontoiatra o Medico Veterinario, perfezionato dopo la laurea e l’abilitazione ed iscritto ad un ordine professionale, può esercitare l’Omeopatia. Come minimo, quindi, si tratta di un percorso formativo che prevede una laurea di sei anni, un’abilitazione professionale e un perfezionamento di altri tre o quattro anni, oltre alla successiva formazione continua.

L’Omeopatia si embrica all’interno della Medicina nel suo complesso, andando a fornire un metodo clinico e terapeutico complementare che si può affiancare a qualsiasi altra terapia “convenzionale”. Questo implica che per consigliarla sia indispensabile poter effettuare una visita medica completa di anamnesi ed esame obiettivo, interpretare o richiedere esami o approfondimenti medici (come ad esempio ecografie, radiografie o analisi del sangue) e distinguere i casi in cui l’Omeopatia può essere prescritta da sola, quelli in cui va necessariamente affiancata ad una corretta terapia farmacologica convenzionale e quelli in cui non risulta utile prescriverla.

Da ciò si evince che l’Omeopatia rappresenta un’integrazione e uno strumento terapeutico ulteriore nelle mani del dottore e non un contraltare alla Medicina “ufficiale”, che qualsiasi medico conosce e pratica quotidianamente. In questo modo, nessuno toglie strumenti e cure indispensabili al Paziente, ma piuttosto si offre a quest’ultimo una modalità di cura ulteriore e fortemente individualizzata, che – nei casi in cui si renda utilizzabile – mira a ristabilire lo stato di salute generale della persona.
Altre figure improvvisate o non riconosciute (terapisti “olistici”, “naturopati” o altro) non possono prescrivere medicinali omeopatici, e questo va fortemente sottolineato e compreso.

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Testo: dott.ssa Beatrice Andreoli, Medico Omeopata, Nutrizionista, Agopuntore

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