Allo scorso Congresso FIAMO di Roma, nel marzo 2024, abbiamo avuto il piacere di sentire il Prof. Roberto Germano nella sua relazione a proposito di questi aggregati solidi, detti Xerosidrile, che residuano per disidratazione o liofilizzazione dell’acqua liquida. Curiosa definizione quella dell’acqua liquida, la forma nella quale conosciamo meglio quel fluido con cui abbiamo parecchio a che fare in questa vita e che, a sentir lui e il Prof. V. Elia, è la sostanza più misteriosa seppure la più indagata.
Ma ora, negli ultimi due decenni, lavori di ricerca sperimentali e teorici hanno riportato cambiamenti inaspettati (nel quadro dell'attuale paradigma fisico-chimico dell'acqua liquida) nella dinamica molecolare dell'acqua, come conseguenza di specifici processi fisici (non chimici) come la filtrazione iterativa, l'esposizione iterativa a materiali idrofili, la classica preparazione omeopatica, ecc.
Nella nostra NL n.8/2022 avevamo parlato di questi recenti rilevamenti del Prof. Vittorio Elia con queste parole: L’acqua bidistillata, se ripetutamente perturbata, varia la sua conducibilità elettrica, il pH e tanti altri parametri. La si può agitare in una bottiglietta, far passare attraverso una pompetta da acquario, travasarla mille volte da una bottiglia all’altra; la si può usare sciacquando materiali idrofili insolubili. La conducibilità elettrica di quell’acqua da 0 aumenterà finanche di mille volte. Varierà il suo pH senza essere entrata in contatto con sostanze acidificanti o basificanti. Come è possibile?
Dagli studi che hanno portato avanti il Prof. Germano e lo spin-off CNR PROMETE S.r.l. (dall’articolo originale inviato a WATER Journal per la pubblicazione), si dimostra che l’esistenza di aggregati supramolecolari di molecole di H2O è stata evidenziata anche in soluzioni estremamente diluite (EDS) preparate secondo procedure omeopatiche; cioè diluizioni seriali di specifici soluti di interesse medico in solvente di acqua bidistillata, con "succussioni" (quantità calibrata di agitazione) ad ogni passo di diluizione, finché la composizione chimica della soluzione e quella del solvente di acqua pura sono identiche a diluizioni di 12CH o superiori. Le misurazioni delle caratteristiche fisico-chimiche dell'EDS e l'indagine strutturale dell'acqua in fase liquida hanno permesso di supporre che le diluizioni e le succussioni iterative modificano in modo permanente e significativo le caratteristiche dell'acqua liquida.
Inoltre, le misure a lungo termine (in piccoli volumi) hanno evidenziato due nuovi fenomeni:
- una serie di massimi relativi (oscillazioni) in alcune caratteristiche fisico-chimiche durante l'invecchiamento del campione
- la dipendenza delle caratteristiche fisico-chimiche dal volume di stoccaggio.
Questo comportamento nel tempo di alcuni parametri fisico-chimici supporta l'ipotesi di:
- una dinamica estesa e ordinata delle molecole di acqua liquida EDS omeopatica
- la presenza di aggregati supramolecolari nanometrici di H2O nell'EDS omeopatica indotta dalla procedura omeopatica.
Un'altra analisi dell'effetto della temperatura sulle proprietà fisico-chimiche dell'EDS omeopatica ha dimostrato che la loro conservazione a diverse temperature non altera significativamente la struttura supramolecolare dell'acqua: un fatto decisamente importante per la conservazione dei medicinali omeopatici anche in ambiente domestico.
Tanto per smentire i falsi miti, questi primi risultati sperimentali dimostrano che l'acqua trattata secondo procedure omeopatiche (EDS) differisce dall'acqua pura iniziale, a causa della formazione di aggregati solidi stabili H2O supramolecolari. I risultati sperimentali riportati in questo lavoro aprono nuove prospettive fondamentali sulla capacità dell'acqua liquida di cambiare in modo ampiamente misurabile quando è sottoposta a perturbazioni fisiche a bassa energia come quelle coinvolte nella preparazione omeopatica classica.
Questo studio sperimentale, che aveva come scopo quello di indagare le differenze tra i preparati omeopatici alla 12CH e l'acqua bidistillata, ha reso possibile un'altra indagine relativa ai medicinali omeopatici. In particolare, in quella occasione congressuale, il Prof. Germano utilizzava questi parametri per confrontare le caratteristiche di "preparati omeopatici" ottenuti attraverso l'utilizzo di un sistema elettromagnetico (definito con potenziometro), mettendoli a confronto con preparati omeopatici standard. L’indagine è stata condotta adottando un approccio di laboratorio, considerando quali elementi fondamentali gli spettri di fluorescenza UV, le misurazioni del pH e della conducibilità elettrica.
Dall'analisi dei dati emerge che le tecniche adottate hanno rivelato differenze misurabili: sui diversi materiali sottoposti ad analisi si sono osservate variazioni dei picchi di fluorescenza UV e delle conducibilità elettriche. In pratica, questi presunti rimedi omeopatici hanno, alla fluorescenza, un andamento che non sembra proprio sovrapporsi ai sistemi omeopatici prodotti con le metodiche standard comunemente usate nell'Omeopatia.
Queste le conclusioni dell’Autore di questo studio d’avanguardia:
[…] Da ciò che appare fino a questo momento, il fenomeno omeopatico sarebbe una componente parziale di un fenomeno enormemente più vasto e articolato, che rientra nelle proprietà dell'acqua di auto-organizzarsi in maniera complessa, interagendo col proprio ambiente e fornendo le basi dinamiche della vita. Possiamo ipotizzare che si possano far derivare molte delle proprietà biologiche di questi sistemi, che fino a qualche anno fa non potevano essere misurate con precisione tramite metodi chimico-fisici, proprio da questa nuova “nano-chimica” dell'acqua in acqua, che ne scopre e studia la struttura elettronica come se si trattasse di nuove molecole. Infatti, anche se le molecole costituenti il liquido sono sempre H2O, ogni nanoparticella assume una struttura elettronica diversa a seconda delle sue dimensioni, con caratteristiche chimico-fisiche proprie.
[…] È con la possibilità di studiare mediante sistemi fisici le aggregazioni dell’acqua pura e dell’acqua pura confrontata ripetutamente con sostanze-base, letteralmente illuminando tramite la fluorescenza UV i picchi specifici di ogni rimedio, che potrebbe essere rivelato - in modo accettabile anche dalla comunità scientifica più ortodossa – la persistenza di quel sottile passaggio di forze che conferisce anche alle alte e altissime potenze omeopatiche l’effetto terapeutico.
In conclusione, cercando di gettare luce su questi processi si disegna una mappa via via più dettagliata, che apre la strada a nuove ricerche e scoperte, dandoci la possibilità di trasformare la nostra comprensione dell'Omeopatia e delle sue potenzialità, nonché dei meccanismi fondanti della stessa vita.
Il vasto mondo dei fenomeni chimico-fisici dell'acqua è ancora pochissimo esplorato. Sta emergendo, dunque, una vera e propria nuova chimica dell'acqua, che ci appare come una promettente novità. Le molteplici caratteristiche dell'acqua, la sua natura enigmatica e il suo impulso vitale infinito e sfuggente sembrano trovare una spiegazione grazie ai nuovi scenari aperti dalla fisica moderna, che possono permetterci di far luce su ciò che rende i rimedi omeopatici così unici e affascinanti.
Renata Calieri