LIGA MEDICORUM HOMOEOPATHICA INTERNATIONALIS Fondata nel 1925
VICE - PRESIDENTE PER L’ITALIA: Dr. Pietro GULIA
Roma, 13.12.2021
Cari Colleghi,
appena concluso il Global Colloquium 2021 “Homeopathy: A Medical Science Ahead of its Time”, desidero condividere alcune informazioni e considerazioni.
Un vero mega evento della durata ininterrotta di 50 ore; più di 4500 iscritti da 69 Paesi (con richieste di iscrizione addirittura ad evento in corso), molti giovani relatori soprattutto da Asia e Sud America, eccellenti relazioni di notevole spessore scientifico (case report, Covid-19, Long Covid, ricerca clinica e di base, proving, ecc) che hanno mostrato come l’omeopatia sia ancora ben viva nel mondo e confermato come sia efficace, sicura e a basso costo.
È stato, ovviamente, impossibile seguire tutte le numerose sessioni in quattro Hall (le registrazioni dovrebbero essere scaricabili dal sito LMHI tra breve), ma mi preme segnalare le relazioni del Presidente FIAMO Bruno Galeazzi, di Egidio Galli per la Scuola AFMO di Reggio Calabria (che ha condiviso il lavoro con il Forum FIAMO inviandolo due giorni fa), del prof. Paolo Bellavite e di Elio Rossi.
Ho seguito, apprezzandola profondamente, la Sessione Experiences in Cancer Management con le pregevoli presentazioni di A. Pareek, D. Spinedi, M. Frass (600 casi l’anno presso Dipartimento Oncologia Facoltà di Medicina – Università di Vienna), F. Master, E. Rossi, che hanno documentato la validità del trattamento omeopatico unicista sia come palliazione sia come necessaria integrazione per ridurre effetti tossici di radio, chemio e ormonoterapia antitumorale (contribuendo a rendere più efficaci tali terapie) sia come principale approccio terapeutico (per es: casi del dott. Spinedi con follow-up ventennale!).
Alok Pareek ha affermato ancora una volta, qualora ce ne fosse bisogno, che è sulla clinica che gli omeopati devono fare massimo affidamento: “We cannot survive without clinical works …” (la mia citazione dovrebbe essere corretta). In altre parole, il paragrafo 1 dell’Organon, con la sua nota, da non dimenticare mai!
Analogo apprezzamento personale per la Sessione Fundamentals of Homeopathy con la partecipazione di J. Matuk (Past President LMHI), K. Gypser, J. Schaffer, J. Eizayaga: hanno ricordato, opportunamente, in cosa consistano l’omeopatia, il metodo clinico omeopatico, la vera e unica omeopatia hahnemanniana.
Non per nulla questa sessione è stata immediatamente seguita da quello che oso definire lo scoop o “la bomba” del Colloquium, poiché mai prima d’ora egli aveva accettato di partecipare a un congresso omeopatico.
Mi riferisco all’intervento di George Vithoulkas, che ha precisato come il suo persistente rifiuto in passato fosse dovuto alla convinzione che molti congressi non aderissero ai principi hahnemanniani, mentre all’operato dell’attuale dirigenza LMHI riconosce il merito di difendere e diffondere l’omeopatia di Hahnemann e, pertanto, ha espresso il suo particolare apprezzamento e ringraziamento a G. Cataldi (attuale Presidente LMHI) e a R. Galassi, che a questo necessario indirizzo della LMHI hanno dato impulso e attuazione.
Vithoulkas ha ammonito che le feroci critiche che l’omeopatia riceve, soprattutto in Europa, sono spesso meritate quando presunti omeopati (“who pretend to be ..”) deviano dai principi dell’omeopatia hahnemanniana confermati dai suoi più fedeli seguaci: chi nega l’importanza dei proving secondo protocollo stabilito nell’Organon, chi lo svolge con metodologie “di fantasia”, chi fa proving di brani musicali o pretende di curare facendoli poi ascoltare a pazienti, chi pretende di sperimentare e prescrivere frammenti del muro di Berlino, chi fa scrivere il nome del rimedio su un pezzo di carta affermando che funziona, chi prescrive complessi, chi prescrive in base al nome della malattia, tutti costoro sono la rovina dell’omeopatia. Con severità ha vigorosamente ripetuto più volte che questa NON È OMEOPATIA, e che, pertanto, è fondamentale che la formazione e l’insegnamento siano fondati sui principi inalienabili esposti nell’Organon.
Lo stesso Presidente Cataldi, nel suo discorso inaugurale, aveva ribadito i punti salienti irrinunciabili che costituiscono l’essenza dell’omeopatia, chiaramente ripercorsi da Matuk nella sua relazione.
Sulla scia del richiamo di Vithoulkas – su cui mi sono dilungato proprio per l’eccezionalità del suo intervento pubblico – potrei inserire l’ottima relazione di A. Saine (a cui muovere una sola critica: presentare diapositive e non fogli Word avrebbe maggiormente giovato all’importanza clinica del lavoro) su profilassi e trattamento di Covid-19, anche in casi gravi (il lavoro di Saine riguardava 1681 casi si profilassi, fallita in soli dieci casi, e oltre 300 casi trattati).
La profilassi e il trattamento di Covid-19 e del Long Covid hanno numericamente fatto la parte del leone durante il Colloquium: le relazioni dei Colleghi indiani sono state illuminanti (profilassi nelle carceri, per esempio, con risultati eccellenti in: Anil Khurana – An Overview of Covid related activities of CCRH).
Alex Tournier (A fresh look at the concept of Genus Epidemicus in the light of the findings from the Clificol Project) ha esposto l’analisi statistica dei risultati dal progetto Clificol. Devo, a questo punto, fare una critica a tutti noi: come è possibile che dall’Italia siano stati registrati in Clificol solo 38 casi? (sempre che non mi sbagli … ma la diapositiva era piuttosto chiara). Non dovremmo fare tutti un piccolo sforzo e contribuire a questa modalità di documentazione del nostro lavoro che, in fin dei conti, ci porta via solo poco tempo? We cannot survive without clinical works ….
La questione del Genus Epidemicus (come già fortemente sospettato nel webinar FIAMO sul tema pandemico dell’ottobre 2020) porta a concludere che non vi è stato un solo Genus in questa pandemia, ma esso è stato diverso a seconda della latitudine e delle successive ondate pandemiche (per esempio: Gelsemium in Cina, Arsenicum in India, Bryonia in USA, durante prima ondata),
Se avete avuto pazienza di leggere fin qui, desidero aggiungere ancora un paio di considerazioni.
La sobria cerimonia inaugurale è iniziata con un inno all’unione e alla speranza attraverso un omaggio musicale ai vari continenti, che ha compreso l’Inno alla Gioia dalla Nona di Beethoven e, anche, la “Preghiera”, nota canzone interpretata dal duo Andrea Bocelli e Celine Dion.
Hanno fatto seguito i consueti saluti delle autorità, tra cui cito:
- Il Ministro della Salute dell’India (collega del nostro Min. Speranza …);
- S.B. Dangayach, manager del gruppo “Sintex”, che, con inaspettata passione, ha affermato essere l’omeopatia l’approccio clinico più valido alla salute globale e la più eco-friendly forma di medicina poiché soddisfa le esigenze di salute delle singole persone, dei popoli, degli animali e delle piante e, quindi, dell’intero pianeta.
Non posso non menzionare, infine, l’ottima organizzazione non solo scientifica ma anche tecnologica (in un evento mondiale durato 50 ore pochi e inevitabili sono stati i contrattempi, rapidamente risolti) che ha permesso costante collegamento da una parte all’altra del globo.
Applausi meritati e un grazie al Presidente e al Comitato Esecutivo della LMHI, al Comitato Scientifico, a tutti i relatori, allo staff tecnico e, in particolare, al Dott. Raj K. Manchanda, segretario LMHI per l’Informazione e la Comunicazione, che dell’evento è stato motore e anima.
Durante la cerimonia conclusiva, Renzo Galassi, Presidente d’Onore della LMHI, nel sottolineare l’enorme numero di lavori presentati in campo clinico e della ricerca, ha ribadito che il Colloquium lancia una sfida per il futuro senza mai dimenticare che il grande innovatore della medicina è stato Samuel Hahnemann e che proprio quest’anno cade il primo centenario dalla pubblicazione della sesta edizione dell’Organon (grazie a Richard Haehl che, con l’aiuto economico di William Boericke e James Ward, era riuscito ad acquistare il manoscritto dai discendenti di Hahnemann – nota personale), invitandoci, in vista del prossimo Congresso Mondiale della LMHI, il 75°, in programma ad Istanbul dal 7 al 10 settembre 2022, a rileggere l’Organon.
Invito da non far cadere nel vuoto!
Sentiti auguri di Buon Natale e di un 2022 veramente sereno
Pietro Gulia
LMHI-NVP