Uno studio randomizzato e controllato dimostra i benefici dell'Omeopatia nei bambini

Quella che segue è la traduzione non autorizzata di un articolo tratto dalla NL di dicembre dell’ECH (European Committee for Homeopathy) che descrive una pubblicazione scientifica comparsa sull’European Journal of Pediatrics il 19 ottobre 2024 (Volume 183, pp. 5455-5465).

È importante per due motivi: primo perché svela l’effettività della Medicina omeopatica sui bambini (per i quali spesso non vengono autorizzati studi per ragioni etiche) e poi perché confronta l’Omeopatia con i risultati dell’assistenza primaria convenzionale (e non contro placebo).

Omeopatia vs. assistenza primaria convenzionale nei bambini durante i primi 24 mesi di vita: uno studio randomizzato e controllato di tipo pragmatico.
Nei paesi a basso e medio reddito la copertura degli interventi essenziali per la salute e la nutrizione infantile rimane non ottimale. Le esposizioni a circostanze avverse come la malnutrizione e le infezioni sono particolarmente dannose nei mille giorni che vanno dal concepimento ai due anni di età.

Le malattie respiratorie acute e la diarrea sono le principali cause di morbilità e mortalità nei bambini piccoli a livello globale. In India, le infezioni respiratorie sono responsabili di circa 400.000 decessi tra i bambini sotto i cinque anni ogni anno, rappresentando dal 13 al 16% di tutte le morti infantili tra i ricoveri ospedalieri pediatrici. Le malattie diarroiche sono la terza causa principale di mortalità infantile, ed è responsabile del 13% di tutte le morti annuali nei bambini sotto i cinque anni. Insieme, queste due condizioni sono la causa principale dell’uso di antibiotici durante la prima infanzia.

L’Omeopatia è una delle scuole di medicina complementare e alternativa più conosciute, ma anche una delle più controverse. Attualmente praticata in oltre 100 paesi, la sua inclusione nei sistemi sanitari varia tuttavia in misura notevole.
Nonostante la sua storia di oltre 200 anni e la lunga tradizione d’uso sia in Europa che negli Stati Uniti, la pratica omeopatica non è integrata nella Medicina convenzionale nella maggior parte del mondo ed è trattata con vari gradi di scetticismo e sospetto da medici, scienziati accademici e decisori politici. I principali fattori che contribuiscono alla marginalizzazione dell’Omeopatia sono la resistenza organizzativa, il suo meccanismo biologico inspiegato e la mancanza di studi randomizzati controllati conclusivi.

L’India è un’eccezione notevole nella marginalizzazione globale dell’Omeopatia. La sua dichiarata efficacia clinica, la sicurezza e il costo relativamente basso hanno portato a una generale accettazione dell’Omeopatia tra la popolazione indiana.
Il governo indiano ha sostenuto la sua introduzione nel sistema sanitario di base insieme alla Medicina convenzionale e ha contribuito alla sua riuscita istituzionalizzazione a livello nazionale.

In India ci sono più di 300.000 professionisti omeopatici registrati e circa 7.000 letti ospedalieri omeopatici. Il mercato dell’Omeopatia del paese cresce a una stima del 25% annuo e più di 100 milioni di persone dipendono esclusivamente dall’Omeopatia per la loro assistenza sanitaria. Nel 2007 si stimava che la spesa privata per la Medicina omeopatica avrebbe superato il miliardo e mezzo di dollari nel decennio successivo.

Alla luce di quanto sopra, abbiamo pensato di valutare l’efficacia comparata dell’Omeopatia come sistema terapeutico, piuttosto che fare un confronto dell’efficacia per una singola condizione, utilizzando inoltre la Medicina convenzionale come riferimento di sicurezza.

Abbiamo scelto di confrontare i sistemi omeopatico e convenzionale per trattare le malattie più comuni e problematiche nei bambini indiani dalla nascita ai primi 24 mesi di vita.

Questo studio fornisce prove a favore dell’Omeopatia, utilizzando la Medicina convenzionale come sfondo di sicurezza, come una modalità di assistenza primaria sicura ed economica nei primi due anni di vita. L’applicazione dell’Omeopatia in questo contesto presumibilmente contribuirebbe anche a minimizzare l’antibiotico-resistenza.

Leggi qui l’articolo integrale: European Journal of Pediatrics, 19 ottobre 2024, Volume 183, pp. 5455-5465

Traduzione non autorizzata a cura del Dr. Paolo Campanella per la nostra NL

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