Il nostro organismo (corpo-mente-emozione) inteso come forma frattale, è esattamente come un Pianeta, col suo ambiente e una sua ecologia che vanno difese.
Per il suo mantenimento e la sua cura, è necessario intervenire in modo “eco-compatibile”: ecco come si può intendere.
L’Enciclopedia Treccani definisce i frattali come “La matematica fra natura e arte”. In effetti, la Matematica si caratterizza per la «sua incapacità di descrivere la forma di una nuvola, di una montagna, di una linea costiera, di un albero» secondo le parole di Benoît Mandelbrot, il creatore della teoria dei frattali. I frattali sono figure geometriche generate al calcolatore usando formule matematiche: rappresentano oggetti molto complessi originati da una figura geometrica che si ripete all’infinito uguale a se stessa, su scala sempre più piccola. Ciò significa che una parte qualsiasi del frattale riproduce, in piccolo, la figura nella sua totalità e in tutti i suoi dettagli.
Teoria piuttosto recente, solo negli anni Ottanta si è sviluppata la geometria dei “frattali biomorfi”, cioè simili a oggetti presenti in natura, il cui risultato più noto è la foglia di felce, un frattale che riproduce con incredibile somiglianza una vera foglia di felce.
Secondo la Zanichelli per avere un frattale, bisogna considerare la figura ottenuta dopo n iterazioni e passare al limite (come si dice in matematica) per n che tende a infinito. Intuitivamente, si può immaginare il risultato finale – cioè il frattale – come la figura ottenuta “dopo infinite iterazioni”.
Altri esempi di oggetti che hanno un’analogia con i frattali sono le nuvole, i ghiacciai, certi vegetali (per esempio i broccoli, le felci e i rami degli alberi), gli alveoli polmonari e molti altri ancora, che non sono frattali nel senso matematico: manca una perfetta regolarità e l’ingrandimento non può proseguire all’infinito; tuttavia i frattali (o più precisamente i prefrattali) possono in molti casi approssimare la forma di questi oggetti meglio rispetto alla geometria tradizionale.
Insomma, figure geometriche dal profilo senza fine, che sembrano sovvertire il nostro senso comune. Ma che incredibilmente descrivono e influenzano molti aspetti del mondo che ci circonda. Dalla natura all'arte, passando per il cinema e la letteratura.
Ora immaginiamo il nostro organismo (o quello di un animale o di un vegetale) come un piccolo pianeta pre-frattale.
Con l’Omeopatia, ad esempio, possiamo sfruttare le nostre energie rinnovabili con medicine che fanno ricorso alle nostre capacità endogene di autoguarigione, anziché affidarci a molecole chimiche che esercitano azioni biochimiche forzose e dall’esterno, al posto nostro, alle quali l’organismo potrebbe non rispondere correttamente, o comunque non nel lungo termine.
Medicine cioè che non alterino il nostro ecosistema con molecole chimiche che invece sconvolgono equilibri delicati e tutti collegati e interconnessi, come c’insegna Hahnemann quando ci descrive la Forza Vitale che si oppone ad azioni primarie piuttosto invasive (vedi articolo con esempi pratici ) con una reazione o azione secondaria.
Inoltre, l’Omeopatia rivolge uno sguardo attento ai rifiuti e agli scarti residui: mentre tutti i farmaci chimici che si somministrano a umani e animali finiscono, attraverso gli escreti, nelle falde acquifere e nella nostra terra, questo non accade ai medicinali omeopatici ultra-diluiti.
In conclusione, in una visione sistemica l’Omeopatia è un sistema ecologico di cura: rispettoso della Natura, dell’Essere vivente, e della biodiversità individuale all’interno dell’ecosistema organismo (intra) e tra gli altri organismi (inter).
A questo proposito vorremmo ricordare anche l’intervento al Simposio Internazionale sull’agro-Omeopatia (2023) del Dr. Fabricio Rossi (Professore Associato alla Faculty of Animal Science and Food Engineering presso University of São Paulo USP e Direttore Scientifico della Brazilian Association of Homeopathy in Agriculture and the Environment Abhama) che esponeva in merito alla selezione delle potenze dei rimedi in agricoltura, facendosi ispirare dai fenomeni della Natura, dalla geometria dei frattali e poi dalla Sequenza di Fibonacci.
Poco dopo, il Dr. Carlos Bonato interveniva con una relazione accorata e l’idea secondo cui l’Omeopatia rappresenta uno strumento importante per ridurre l’impatto ambientale che ad oggi le coltivazioni hanno per l’utilizzo di pesticidi e il consumo di fonti non rinnovabili. Mostrando numerose immagini di produzioni vegetali rigogliose trattate con l’Omeopatia e i risultati di alcuni esperimenti sulla germinazione dei semi trattati con rimedi omeopatici, ricorda l’impatto negativo di alcuni pesticidi come il Glifosato sul sistema immunitario delle piante col conseguente impatto sulla salute umana. Le farfalle che endemicamente abitano il Brasile sono calate del 70%.
Nell’applicazione del metodo omeopatico, affinché abbia successo, sottolinea Carlos Bonato, è fondamentale studiare la fisiologia del sistema che si va a trattare e l’interazione tra i vari organismi per non utilizzare esclusivamente protocolli classici che mirano a risolvere le problematiche contingenti bensì per ampliare l’azione dell’Omeopatia al fine di armonizzare il sistema agricolo e ambientale. Mostrava infine immagini di ampie colture recuperate da medicazioni omeopatiche disintossicanti stupefacenti, con un aumento dell’espressione degli Oli Essenziali del 116% e l’aumento della forza e della resistenza con rimedi omeopatici; sulle piante mostrava anche fotografie Kirlian con un incremento dell’aura energetica dopo l’uso dei medicinali omeopatici.
In un’ottica di miglioramento delle condizioni future, l’Omeopatia è già il cambiamento.