La visita medica omeopatica: aspetti caratterizzanti di una relazione profonda
La visita omeopatica spesso sorprende chi ne fa l’esperienza per la prima volta. A differenza di molti controlli medici cui siamo da tempo abituati, la visita del medico omeopata si caratterizza per un’attenta e differente osservazione del paziente ed un’accurata raccolta dei sintomi. In particolare, il primo incontro consiste in una lunga conversazione tra il medico ed il malato.
L’omeopata si mostra sempre molto interessato a ciò che il paziente ha da raccontare sulla sua malattia perché è proprio a partire da quella narrazione che potrà giungere alla prescrizione della corretta terapia omeopatica: solo successivamente procederà a visitare il paziente e a studiare i referti medici.
Dopo un primo ascolto spontaneo, il medico interroga il paziente raccogliendo tutte le altre informazioni che non sono ancora emerse, approfondendo così il modo particolare in cui il malato percepisce e vive la propria malattia: come e in che situazione è apparsa? Qual è stata l’evoluzione dei sintomi? Con che stato d’animo la affronta?
Spesso le sue domande ricavano utili informazioni da aneddoti o malattie del passato oppure dai gusti alimentari, dagli effetti che hanno su di lui/lei il cambio di temperatura o quello di stagione. Non mancano neppure domande sulle paure o sui sogni notturni, sulla qualità del sonno, sul temperamento caratteriale, sul rapporto con la natura, con la spiritualità, con il denaro, con il lavoro e altro ancora.
All’intervista segue l’esame obiettivo. All’omeopata interessa osservare l’aspetto della “lesione”, le eventuali secrezioni, il lato in cui è apparsa, la modalità di comparsa e l’evoluzione. Spesso è durante l’esplorazione fisica che il medico coglie se il paziente avverte in modo particolare gli sbalzi di temperatura, se è riservato e diffidente o al contrario se si lascia esplorare con fiducia e senza esitazione.
Non è raro che i pazienti, dopo il primo incontro, raccontino che la visita omeopatica assomiglia ad un colloquio con lo psicologo a causa dell’attenzione che il medico rivolge ai sentimenti, ai timori e alle idee del paziente.
Se è vero però che l’interesse per questi aspetti è grande, non va dimenticato che è dall’insieme delle manifestazioni fisiche e psichiche della malattia che l’omeopata potrà ricavare la corretta scelta del rimedio. Quanto più la relazione terapeutica sarà aperta e sincera, basata sulla fiducia e sull’ascolto reciproci, tanto più sarà facile per il medico guidare il paziente sul cammino della salute.
Mai come nel caso della medicina omeopatica si può parlare di “alleanza terapeutica”, così come di “medicina per la persona”, individualizzata per il singolo paziente e non prescritta in modo aspecifico sulla diagnosi convenzionale di malattia.
Ruolo del medico omeopata è quello di riunire le conoscenze medico-scientifiche più attuali ad una metodologia classica che viene insegnata e tramandata da più di duecento anni, al fine di poter caratterizzare nel modo più preciso possibile la dinamica di malattia e poter dare all’organismo gli strumenti e gli stimoli per una guarigione profonda e duratura.
Testo: dott.ssa Arianna Bonato, Medico Chirurgo, Omeopata, specialista in Ginecologia e Ostetricia