Il paziente collaboratore della cura

Un paziente novantunenne mi fa arrivare tramite la figlia il seguente foglio e mi autorizza a diffonderlo.

Mi sembra una testimonianza importante di come anche i pazienti possano essere protagonisti del loro percorso di cura. Il libro del prof. Negro a cui si riferisce non credo sia più disponibile e certamente su alcuni dei consigli riportati possono esserci opinioni diverse, perché in Omeopatia ci sono modalità prescrittive legate a scuole differenti; ma il nucleo è assolutamente corretto e la comprensione del paziente perfetta.

Gentile Dottoressa, anni fa ho fatto un estratto dal vecchio libro del prof. Negro per esaminare più facilmente quanto si può ricavare dai 16 rimedi contenuti e lasciati, diciamo, alla portata di tutti a livello personale o famigliare. Mi dica, per favore, se va bene, grazie.

VUOI AVERE SUCCESSO CON L’OMEOPATIA?

Annota tutti i sintomi, anche quelli che ti sembrano insignificanti, usando questa guida nel modo seguente.

  • Un’occhiata anche veloce al REPERTORIO TERAPEUTICO fino a pagina 15.
  • Passa poi a ELENCO PER SINTOMO, a pagina 16 ANNOTANDO quelli che ti sembrano più interessanti.
  • Successivamente torna a REPERTORIO e verifica se le cose quadrano con tutti i sintomi che hai già annotato.
  • Scegli il rimedio che ti sembra più azzeccato e prendi una diluizione bassa facendo la massima attenzione se si manifesta anche il minimo miglioramento nel tempo (durata) previsto per quel medicinale. Se l’esito è buono, passa a una diluizione più alta osservando tutto con minuziosità. Eventualmente per le altissime diluizioni consulta il medico e, se ci devi andare per un consulto o una visita, porta con te tutte le annotazioni fatte dall’inizio.

NB: il metodo di annotare (nel senso di scrivere) è molto importante e Hahnemann lo raccomanda agli stessi medici.

A proposito della “durata” occorre tener presente che si tratta di un particolare molto importante poiché serve da indicatore quanto alla funzione che sta compiendo il medicinale dopo l’assunzione, esempio: ACONITUM “durata poche ore”, significa che il suo effetto si dovrà notare nel giro di poche ore; per GELSEMIUM “durata alcune settimane” l’attesa sarà molto più lunga e si dovrà porre molta attenzione alla progressione del miglioramento. Al termine della “durata” con esito incerto o nullo, occorre abbandonare il tipo di medicinale e tornare ad indagare con pazienza e precisione il REPERTORIO MEDICO.

Occorre però sapere che quello che possiede il medico, ovvero la MATERIA MEDICA, è ben più estesa dei 16 medicinali qui rappresentati. Pertanto, non demordete. Se occorre, consultate il medico omeopata e preparatevi ad elencargli, come sopra detto, tutti i sintomi che si manifestano in voi rispetto al vostro modo normale del vivere. Scegliete però un medico omeopata vero e appassionato, del quale capite quanto gli sta a cuore la vostra guarigione.

Sì, perché l’Omeopatia non guarisce in modo temporaneo, non è un palliativo come i medicinali della medicina allopatica che ingannano per i benefici resi subito dopo l’assunzione, ma GUARISCE.


NOTE:

Dopo la prima somministrazione in granuli, si possono sciogliere in un boccettino di vetro sterilizzato, con un cucchiaio d’acqua precedentemente bollita e raffreddata, i due granuli di dose e, dopo che si sono sciolti, battere fortissimo il boccettino su un piano duro (ma non tale da romperlo) per agitare. La prima volta con 10 colpi e bere tutto il contenuto mantenendolo il più possibile in bocca. Alla successiva somministrazione, ripetere tutto ma battendo 20 colpi e così via per 4 o 5 somministrazioni.

- Quanto alla posologia, occorre attenersi alla gravità dei sintomi più evidenti e gravi: la somministrazione potrà essere anche una volta all’ora per la prima giornata, in seguito si diraderà via via che si nota il miglioramento, smettendo quando si è accertato.

Ho riportato questa testimonianza, perché dimostra come un paziente possa diventare più responsabile della gestione della sua cura e quanto curarsi con l'Omeopatia sia un percorso di crescita personale e di autorealizzazione; fa capire come, anche nell'autoprescrizione, i criteri di individualizzazione che utilizza il medico siano importanti, molto più del riferimento ad esempio alla patologia.

Dr.ssa Antonella Ronchi

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